mercoledì 5 novembre 2014

Per avere un buon rapporto con Dio

I conflitti e le dispute tra i credenti sono sempre dannosi. Queste discussioni sono il risultato di una battaglia interna maligna del desiderio, noi vogliamo più beni, più soldi, una posizione sociale più elevata, più riconoscimento. Anche se non otteniamo quello che vogliamo, dobbiamo sottometterci a Dio, chiedendo a Lui di aiutarci a liberarci dei nostri desideri egoistici e avere fiducia in Lui, è l'unico che può darci quello che ci serve. Quando Giacomo scrive nel capitolo 4:2-3, menziona i problemi più comuni nelle nostre preghiere: chiedere le cose sbagliate o chiedere per le ragioni sbagliate.
Tu parli con Dio? Quando lo fai di che cosa parli?
Le tue richieste sono solo con l'intento di soddisfare i tuoi desideri?
Sei tu cerchi l'approvazione di Dio, cosa stai pianificando?
Le tue preghiere diventeranno potenti quando consentirai a Dio di cambiare i tuoi desideri in modo da corrispondere perfettamente alla Sua volontà per la tua vita (1Giovanni 3:21-22).
Non c'è niente di male a desiderare una vita piacevole, Dio dà dei buoni doni e vuole che li apprezziamo (Giacomo 1:17; Efesini 4:7; 1Timoteo 4:4-5), ma avendo amicizie nel mondo si possono desiderare cose di altri a spese dell'obbedienza a Dio. Il piacere che impedisce il piacere di Dio, è peccato, il piacere che deriva dalla ricca bontà di Dio è buono.
La nostra confessione deve essere continua, perché continuiamo a commettere errori. Ma la vera confessione ci impone di ascoltare Dio e smettere di fare ciò che è sbagliato. Davide ha detto il suo peccato a Dio e pregò: "...Purificami da quelli che mi sono occulti." (Salmi 19:12). Quando ci rifiutiamo di imparare ad apprezzare o quando sorvoliamo su certi peccati, mettiamo una barriera tra noi e Dio. Non possiamo ricordare ogni peccato commesso, ma il nostro atteggiamento dovrebbe essere di confessione e di obbedienza al Signore, (Salmi 66:18).
Il peccato offende il nostro Dio e ci separa da Lui, per essere santi, Egli non può ignorare o tollerare i nostri errori come qualcosa di poco importante, sconvolgendo il rapporto delle persone con Dio, si erge un muro con coloro che Lui ama. Non c'è da stupirsi che questa lunga serie di peccati malvagi lo irritano e lo costringono a girare il Suo volto agli uomini. Le persone che muoiono portando con sé una vita di peccati non perdonati sono eternamente separati dal Creatore. Dio avrebbe vissuto con loro per sempre, ma allo stesso tempo non li può portare alla Sua Santa presenza, perché i peccati non sono stati rimossi mentre si viveva sulla terra.
Avete mai confessato i vostri peccati a Dio e gli avete permesso di rimuoverli? Il Signore ci può salvare solo se ci rivolgiamo a Lui.
Di solito e meglio imparare dagli errori degli altri che dai nostri. Possiamo imparare da chi ha più esperienza, come per esempio gli anziani. Ascoltarli prima di andare avanti e imparare nel modo più giusto. Per avere un buon rapporto con Dio bisogna lavorare anche per contribuire a soddisfare i bisogni dei poveri, ammalati o oppressi e proteggere i loro diritti, perché un giorno possiamo essere anche noi in queste posizioni (Proverbi 21:13).
Il fariseo che leggiamo in Luca 18:11-14 non era al tempio per adorare Dio, ma per annunciare la sua bontà a tutti coloro che ascoltavano, a differenza del pubblicano che riconosceva i propri peccati davanti a Dio chiedendo misericordia. L'ipocrisia è pericolosa. conduce all'orgoglio, sminuire una persona davanti ad altri impedisce loro di imparare qualcosa da Dio. La preghiera del pubblicano dovrebbe essere la nostra, perché tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio, ogni giorno.
Non lasciare che l'orgoglio, per i risultati raggiunti, ti deviano da Dio.

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